Ultreya et suseya, adjuva nos Deus

Categoria: Gli editoriali di Alberto Del Noce (Pagina 1 di 5)

Auguri natalizi e riflessioni di fine 2020

Cari Amici,

avevamo appena incominciato il 2020 quando ci siamo improvvisamente trovati davanti una pandemia che ha cambiato ogni prospettiva, provocando pesanti preoccupazioni sulla sorte sia della salute nostra e dei nostri cari sia delle nostre attività. La pandemia ci ha costretti ad un rigido distanziamento sociale e cioè ad interrompere una delle fonti principali di benessere ed evoluzione. Siamo tuttora circondati da un clima colmo di ansia, certamente dettato da una realtà sanitaria palpabile ed incerta, ma certamente reso ridondante anche dai toni utilizzati dai mezzi di comunicazione. Le parole aprono cassetti emotivi e da mesi siamo bombardati da messaggi catastrofici, che raggiungono il risultato di aumentare l’attenzione ma, nello stesso tempo, alterano le emozioni e gli stati d’animo, creano paura e rischiano di spegnere la fiducia.

In questa inaspettata e traumatica situazione ci siamo chiesti cosa fare per svolgere al meglio il nostro compito di consiglieri comunali di minoranza: per alcuni mesi i consigli sono stati infatti sospesi e da marzo sono sospese le occasioni per riunirsi fisicamente.

Vivere Insieme Pecetto non è rimasta inerte ed ha cercato di sfruttare le limitazioni in opportunità.

Innanzitutto abbiamo partecipato alla costituzione della Fondazione di Comunità del Chierese. Partecipata dalla Compagnia Sanpaolo, tale Fondazione è nata il 9 settembre scorso con lo scopo di costituire un punto di riferimento fondamentale per tutte le iniziative economiche, turistiche e culturali del territorio collinare e dell’alto Monferrato.

Poi, abbiamo deciso di sfruttare la connessione digitale per informare. L’informazione è un bene prezioso: essere informati garantisce scelte consapevoli, è sinonimo di democrazia e supporta la trasparenza delle istituzioni e dei processi.

Abbiamo quindi fatto ricorso ad una piattaforma americana e, utilizzando la testata giornalistica del Picchio Pecettese, abbiamo dato vita a Pecetto WebTv. Il progetto è decollato subito con passione anche grazie alla collaborazione della consigliera Avv. Monica Checchin e del suo Gruppo Uniti per Pecetto.

Forti di una redazione di una ventina di persone, siamo partiti il 18/9/2020, prefissandoci di andare in onda ogni 15 giorni, il martedì. Pur con qualche iniziale intoppo tecnico, a fine anno saranno sette le puntate trasmesse. E l’entusiasmo per continuare è stato ravvivato dalla lettura dei report statistici: Pecetto WebTv ha infatti registrato sino ad oggi oltre 2.500 visualizzazioni per ciascuna trasmissione!

Mentre attendiamo con fede che anche questa sventura pandemica venga a cessare, oltre allo svolgimento dei compiti istituzionali noi continueremo ad informare i Pecettesi su ciò che accade in paese, dando obiettivo risalto a ciò che di positivo viene realizzato ma mettendo anche in luce le criticità, motivate, di scelte gestionali della maggioranza che non sono condivise. Non essere polemici è il nostro motto, la critica costruttiva il nostro dovere.

Buon Natale e che il nuovo anno porti a tutti salute e serenità!

L’asino e la ripresa

Vi è una bella storia Sufi.

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo abbandonato e secco. Non si fece male ma non riusciva ad uscire. L’asino iniziò a ragliare forte ed il contadino, disperato, cercò ogni modo possibile per farlo uscire. Non riuscendo e pensando che l’animale era ormai vecchio, decise con tristezza di chiudere il pozzo: con l’aiuto di vicini iniziò a buttare palate di terra dall’imboccatura nel fondo.

L’asino iniziò a disperarsi ma dopo un po’ decise di liberarsi pian piano dal terriccio che pioveva dall’alto. Scrollandosi la terra di dosso e salendoci pian piano sopra, in poco tempo, l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, uscendone.

Cosa ci insegna questo racconto? Dopo un primo sconforto e disperazione, l’asino ha iniziato ad accettare quello che stava succedendo senza arrendersi o sentirsi vittima della situazione. Scrollandosi di dosso la terra, quella stessa terra è diventata la sua risorsa.

Accettare” la situazione per molti significa” rassegnarsi” mentre invece significa fare tesoro delle opportunità che abbiamo.

La realtà è una nostra proiezione e, quindi, è possibile modificarla. Ma prima occorre modificare qualcosa dentro di noi. Se preferiamo lamentarci, la vita ci offrirà certo sempre nuovo materiale per continuare a farlo. Ma sarà una resa.

Ora occorre rimboccarci le maniche, comprendere la realtà e gli errori commessi da chi ha dovuto assumere decisioni impreviste ed uscirne fuori. Consapevoli che, sebbene “distanziati” la solidarietà tra tutti noi non è morta.

Non penso che “tutto andrà bene”. Almeno nel senso che i cartelli comunemente intendono. Non penso che ne usciremo migliori per forza. La realtà è questa. La globalizzazione ed il progresso tecnologico ci hanno fatto dimenticare l’essenza del flusso della vita, che non è solo divertimento ed assenza del disagio. Basti pensare al sondaggio fatto a Pecetto tra i giovani: ciò che più viene ritenuto prioritario è… la connessione telematica.

La globalizzazione consumistica ha colonizzato ogni ambito della nostra esistenza. Tutto deve catturare la nostra attenzione per poi svanire prima possibile per far posto a nuovi stimoli.

La fede nella tecnologia ha poi dato la sensazione di non aver più bisogno della politica. Anche la politica ha voluto rincorrere la tecnica e le è corsa dietro: nessuna visione a lungo periodo, nessuna programmazione, poca visione critica ed accettazione della globalizzazione anche delle informazioni. Dimenticando che la vita non è uniformità: l’uniformità nutre il conformismo ed il conformismo nutre l’intolleranza. Il dibattito è ora relegato sui social: e lì non c’è dibattito ma tifo.

Ne usciremo quindi migliori solo se la politica saprà assumersi nuovamente la responsabilità. Tocca infatti alla politica, e non alla tecnologia, trovare nuove strade, ridare senso al vivere comune, all’essere comunità.

La lama del coltello (tecnologia e scienza) può tagliare il pane ma anche uccidere. Spetta all’uomo (ed alla politica) sapere come e quando usare il coltello.

I “nostri” ciliegi ed il libro di Papa Francesco

Articolo de Il Mercoledì

Grande successo dell’iniziativa della donazione delle piante di ciliegio. In neppure 15 minuti i piccoli alberi acquistati da Vivere Insieme Pecetto sono stati consegnati alle tantissime persone accorse in Piazza Roma. Una famiglia è giunta persino da Torino. L’iniziativa verrà ripetuta, con maggior numero di piante.

Infatti, per noi era importante il significato simbolico di tale donazione (sul punto richiamiamo quanto scritto il 2 ottobre scorso).

In proposito, proprio oggi esce in edicola il libro di Papa Francesco, dal titolo “Nostra Madre Terra“. Ebbene, nelle prime pagine del volume il Pontefice avverte il rischio di leggere i cambiamenti climatici solo come mero problema di impatto della tecnologia industriale. In realtà, tutti i fenomeni devono esser inquadrati nel più ampio aspetto della crisi globale dei valori culturali.

La quarta rivoluzione industriale è caratterizzata da un fenomeno unico: la scienza, che prima procedeva autonomamente per amore della conoscenza, oggi vive in funzione dell’innovazione. E’ l’innovazione dei soggetti produttori che detta le strade ed i limiti dello sviluppo della scienza. E – come ben ha scritto Paolo Benanti – è essenziale che in tale contesto non si perdano i confini etici e morali.

In altre parole, vanno bene i cambiamenti, va bene procedere con l’intelligenza artificiale e con l’innovazione tecnologica, ma è imprescindibile che l’uomo abbia sempre davanti a se le rotte dettate dai principi etici e morali. Diversamente è il caos ed anche la distruzione del pianeta.

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