di Elena Comollo.

Sfumata l’ipotesi del finanziamento da parte di Compagnia di San Paolo di “Terre di Luce” , progetto promosso dalla Compagnia della Chiocciola che includeva diversi comuni tra cui Pecetto (oltre ad una rete di soggetti pubblici e privati del chierese) puntando sulla valorizzazione del territorio nel suo insieme, ci si interroga sul futuro e sulla possibilità che i comuni perseguano comunque gli obbiettivi indicati dal progetto, magari al traino di qualche privato e gruppo che , come noi, crede che il futuro dei nostri territori sia strettamente legato alla salvaguardia del paesaggio e al turismo.

Dico noi, perché da anni ormai, ai tavoli di lavoro che riguardano la valorizzazione sostenibile del territorio è sempre invitata anche l’impresa agricola, sia perché soggetto co-produttore di paesaggio e biodiversità (e spesso di bellezza come accade nel nostro piccolo comune) sia perché impresa capace di elevare il potenziale turistico del territorio di appartenenza attraverso la produzione e la vendita diretta di eccellenze agro-alimentari locali , la capacità di trasmettere saperi e tradizioni, l’offerta agrituristica e le attività di accoglienza rurale, fattoria didattica e sociale sempre più diffusi.

Mettere le nostre aziende agricole a sistema con quanto già esiste nel territorio così da creare alcuni percorsi (del gusto , naturalistico, culturale ) che includano l’agro-alimentare locale, i monumenti storici , i percorsi naturalistici e i siti d’interesse culturale non è cosa molto complicata a Pecetto dove esistono già diversi e validi punti vendita diretta ed una serie di soggetti che operano in ambito turistico a vari livelli. Risulta ovviamente più complesso in altri comuni dove le imprese agricole sono intensive e non si rivolgono ad un mercato di prossimità, dove non esistono punti vendita aziendali per cui ci si vede costretti ad organizzare “mercati contadini” che richiamino produttori dai territori limitrofi (cosa a cui per’altro la nostra amministrazione sta inspiegabilmente dando vita nel nostro piazzale delle Ciliegie).

La presenza di un patrimonio di pregio storico e culturale, unita ad un paesaggio largamente conservato, una tradizione agricola di tutto rispetto , la presenza di tanti giovani e di realtà multifunzionali e innovative, dovrebbero indurci ad una riflessione sul rapporto uomo-paesaggio, sul paesaggio urbanizzato (anche le nostre imprese agricole consumano suolo) sulla manutenzione e conservazione del paesaggio stesso, fino ad assumerlo come brand da cui partire per sviluppare azioni di marketing territoriale.

Ammesso interessi fare marketing territoriale, ma soprattutto ammesso che uno abbia una visione . Perché tutela, riqualificazione, conservazione del paesaggio si collegano al cosiddetto “governo del territorio”. Qui si si affrontano alcune fondamentali questioni legate alla pianificazione del progetto urbano , anche di un piccolo paese.

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